Document Type: |
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Author/editor: |
Donato Bosca Standard: Bosca, Donato [Donato Bosca ] |
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Title:
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La Merica che non c'era : l'utopia della terra promessa nelle storie degli emigranti piemontesi in Argentina
Standard: |
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Series: |
Quaderni di civiltà e di cultura piemontese | ||
Volume: |
18 | ||
Date of Publication: |
2002 | ||
Place of Publication: |
Pavone Canavese Standard: Pavone Canavese |
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Publisher/Printer name: |
Priuli & Verlucca Standard: Priuli & Verlucca |
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ISBN/ISSN: |
8880682059 | ||
Pages: |
207 p. | ||
Number of illustrations: |
ill. | ||
Format : |
25 cm | ||
Subjects: |
Piedmontese Immigrants to Argentina |
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Summary/Notes: |
Recensione: da LA STAMPA sabato 8 febbraio 2003 DALLA MALORA ALLA MERICA L' utopia della terra promessa nella lettere e nelle fotografie degli emigranti piemontesi in Argentina: oggi la storia sembra ripetersi al rovescio LAURA PARIANI PARTIRONO in tanti dal piemonte, cent'anni fa: contadini analfabeti per lo più spinti dalla miseria, dalla "malora" delle campagne. Cercavano una terra di sogni che si chiamava Merica, dove si mangiava carne tutti i giorni, enormi aratri tracciavano quattro solchi in una volta, la terra era una pianura sconfinata alla portata di tutti e il grano si tagliava a Natale. Si ritrovarono dall'altra parte del mare, sotto le alte volte dell'Hotel de Inmigrantes di Buenos Aires: interrogati in una lingua sconosciuta, la realtà li bastonò impietosamente, ma ci misero un po' a capire che solo a chi aveva la padronanza di un mestiere specifico era concesso di fermarsi in città.Gli altri, i contadini senz'arte né parte, vennero reimbarcati su un'altra nave che, risalendo il Parana, li portò a centinaia di chilometri all'interno. E nella solitudine della pampa spazzata dal vento pampero, tra scorribande di predoni, si ritrovarono sotto un cielo alieno, in un isolamento ancora maggiore di quello dei paesi da cui erano partiti; vinti e malati di nostalgia.Nel breve volgere di una stagione il sogno era svanito. Nelle lettere che inviarono in Italia fu però duro per loro riconoscere la propria miserevole sconfitta. E ancora più difficele fu per i parenti rimasti al paese accettare questa rivelazione; per qui, fedeli al vecchio proverbio che invita a piangere i propri mali di nascosto, fecero credere che chi era partito se la passava come un signore, "cantando e ballando tutto il giorno". E i bambini di casa impararono dalle lettere dei parenti "mericani" parole piene di mistero, come castigia, bombigia, cosecha, suerte, dinero... Tutto questo in La Merica che non c'era. L'utopia della terra promessa nelle storie degli emigranti piemontesi in Argentina, il libro di lettere e fotografie che Donato Bosca ha raccolto, per ricordare la fragile storia di quel sogno caduto. Operazione importante ancor di più oggi, mentre i discendenti di quegli emigranti sono costreti a scapare da un'Argentina che vive un disastro economico senza precedenti: ritorno drammatico e a volte impossibile, non solo per le difficoltà burocratiche ma anche perché avviene nel disinteresse e nel silenzio. Come se la storia si ripetesse. |